Una Guida dedicata al Castello Caracciolo e alla Rocca di Brienza scaricabile anche via web (https://www.lavocedelfiume.it/wp-content/uploads/2017/07/M2474-BB-La-Voce-del-fiume-15x21_DEF_bassa2.pdf) è la novità dell’estate turistica 2017 a Brienza. L’iniziativa – spiega Rocchina Adobbato operatrice turistica, titolare della dimora storica e di charme La Voce del Fiume che ne ha promosso la realizzazione – consente al nostro ospite di entrare da protagonista nella trama della nostra Dimora, del Castello Caracciolo e del Borgo di Brienza. Una Lucania ancora sconosciuta e tutta da scoprire.
Il visitatore ed il turista che giungono a Brienza, da qualsiasi direzione – scrive nella introduzione l’autore, il giornalista Antonio Parente – non possono fare a meno di restare stupiti nell’ammirare con il naso all’insù la rocca medievale che svetta sul cucuzzolo nord-est dell’abitato. Piccole case di pietra calcarea grigia fanno da cornice e da difesa alle due costruzioni, costruite l’una sull’altra: la chiesa e il castello. Il potere spirituale ed il potere temporale che proprio per la loro posizione controllano e dominano tutto l’agglomerato urbano formatosi a partire dall’alto medioevo. Il tutto sembra ergersi maestoso e magico su un piccolo colle che alle sue falde è lambito dai torrenti Pergola e Fiumicello che ne fanno un “fossato” naturale…. Ma la storia, anche quella di un piccolo centro, deve essere ricordata e tramandata, ma come? Oggi che si vive di corsa, dove tutto è fluido, dove tutto è di passaggio, tutto è effimero, dove la fanno da padroni telefonini (facebook, WhatsApp, e-mail) e televisioni, in un momento dove tutto accade in “in tempo reale”, dove tutto arriva di corsa dove tutto si digerisce di corsa, un libretto di questo tipo “cartaceo”, “all’antica”, può sembrare demodé, può stonare. Ma così non è. E’ proprio la fotografia, è proprio il fascino tangibile del cartaceo, è proprio la parola scritta, anche se non più con penna e calamaio, ma con il toner, che possono essere ricordati i paesaggi, le abitazioni, i panorami, gli usi ed i costumi. In questo modo, con una sorta di storico album fotografico, il B. & B. “La Voce del Fiume” vuole omaggiare i propri ospiti alla fine della loro permanenza in Brienza.
La prefazione è una pagina di ricordi di infanzia di una bimba (Rocchina Adobbato) che si intreccia con l’imponenza del castello. La mia casa – scrive Adobbato – era al limite del paese, vicino alla stazione ferroviaria ormai abbandonata. Dalla finestra della mia cameretta si scorgeva in lontananza il borgo antico del paese con le sue case aggrappate l’una sull’altra coronate dal castello. Affacciandosi a quella finestra il mio papà poggiava la sua mano sulla mia testa e sorrideva a bassa voce: lì la mia rocca, qui la mia Rocchina…. La cosa che più mi affascinava era il silenzio ovattato rotto solo dallo scorrere dell’acqua. Alla mia (figlia) principessa sembrava di udire “La Voce del Fiume” che le sussurrava dolci e melodiose parole. Oggi, con molto impegno e molto lavoro, quei ruderi sono nati a nuova vita. Hanno recuperato la loro atmosfera romantica senza tempo avvolti in quei sogni che ho vissuto ad occhi aperti. A volte i sogni diventano realtà. Così, un giorno, un principe, l’ultimo erede dei Caracciolo, gli antichi padroni del castello e del borgo, onorò la mia casa con la Sua presenza. Fui felice di vedere nei suoi occhi lo stupore dei suoi ricordi. Erano rinate così come Lui le aveva viste bambino. Rivelò a me e alla mia principessina, alcuni segreti del castello e ci raccontò molte storie dei suoi abitanti. Poi, mentre visitava la grotta, ci svelò che in quel luogo intravedeva il cunicolo segreto che la principessa, quella che aveva abitato il castello, utilizzava per raggiungere segretamente l’uomo di cui era innamorata. “La Voce del Fiume” fa rivivere le storie belle e romantiche che le pietre e il fiume ancora raccontano a chi visita questi posti incantati.