Napoli,27 aprile 2019
A spasso per l’altra Basilicata…oltre Matera ..magico tour
Sergio Angrisano
Dopo Melfi, prosegue in questo numero il mio viaggio alla scoperta dell’altra parte della Basilicata, quella, per così dire, considerata minore, fatta di piccoli paesi, dimenticati, quasi ignoti al turismo, di massa, fuori dalle promozioni spesso stereotipate o lontani dalle principali vie di comunicazione, ma forse proprio per tutto questo dal grandissimo fascino. Questa seconda tappa, restando nella provincia di Potenza la dedico a : Brienza – Ci sono luoghi della Basilicata che non sempre capita di incontrare, luoghi che vedi per la prima volta e ti sembrano alla fine del mondo; incantano, perché non te lo aspetti, perché si crede di conoscere tutto di quella parte del Sud, arrivata alla ribalta delle cronache , grazie alla nomination di Matera , Capitale europea della cultura, invece non è così…
La storia
Basta infatti spostarsi di pochi chilometri per scoprire Brienza, un piccolo “borgo” popolato da poco più di 4000 anime , la cui origine è quasi sicuramente longobarda: la radice burg (luogo fortificato), derivante dal toponimo latino Burgentia, suffragherebbe tale ipotesi. Il primo nucleo sembra datare al VII secolo d.C. Un borgo antico che si sviluppò soprattutto dopo il 1000, tutto intorno al castello. Colpisce il visitatore con il suo fascino immediato e misterioso che fa di Brienza uno dei centri di origine medioevale più interessanti del mezzogiorno. Un luogo magico la cui storia è fortemente legata alle origini del Castello, ed alle leggende che lo circondano. La Famiglia Caracciolo lo acquistò nel 1428, facendo di Brienza un centro molto prestigioso nel quale governò sino al 1857. Da allora, il Castello, che con la sua imponente mole, domina il sottostante centro abitato. La struttura passò negli anni di mano in mano, una serie di diversi amministratori, i quali, nel tempo, cominciarono a vendere diversi oggetti del maniero; il colpo di grazia alla costruzione fu dato dai diversi terremoti che colpirono Brienza e la Basilicata a partire proprio del 1857, fino ai giorni nostri con il sisma del 1980. Oggi, il castello ed il borgo antico di Brienza fungono da cornice pittoresca per tutte le manifestazioni e gli eventi che si svolgono nel paese. Tra le varie leggende che si raccontano, quella della Bianca da Brienza, abbia lasciato un segno indelebile nel ricordo di tutti. Si tratta di Bianca da Brienza, una bellissima donna che visse nel castello attorno alla metà del 1300.
Bianca era una dama che amava vivere nel lusso e negli sfarzi, e pare che possedesse un ingente tesoro, fatto di ori, pietre preziose, monili e gioielli: di questi ultimi, Bianca era letteralmente innamorata, a tal punto che, durante le feste ed i ricevimenti che spesso si tenevano nel Castello di Brienza, ella si presentava vestita di soli gioielli, e che, a volte, facesse il bagno in una tinozza piena di monete d’oro.
A Brienza, sembra il tempo essersi fermato, gironzolando per il piccolo borgo, si possono avere delle grosse sorprese, portali, palazzi, archi, che ricordano un antico splendore. Oltre al paesaggio estremamente rilassante, le varie sfumature di verde, i colori caldi della imminente bella stagione, i campi di ortaggi, di frutta o qualsivoglia prodotto che alla fine andrà sulle nostre tavole, si possono trovare dei veri tesori laddove non ci si aspetta. Percorrendo le strade del circondario, si potrà incrociare un borgo che merita di essere visitato. Entrando nella parte urbana ci si accorgerà subito che questo luogo può regalarci delle sorprese e delle emozioni, per questo il suggerimento è di lasciare l’auto quanto prima e di visitarlo. Siamo in Basilicata, dove tutto è storia. Ovunque ci si trovi nell’abitato, salta subito all’occhio la rocca, alla cui ombra, un dedalo di viuzze, di piccole botteghe artigiane. Colpisce il numero di chiese che arricchiscono di storia, arte e cultura questo piccolo borgo. Tra queste; la chiesa dell’Annunziata, strutturata con un’unica navata dalla volta affrescata con l’immagine di Gesù Cristo e dei quattro Evangelisti. Risalente al 1571 e già appartenuta ai Padri Minori Osservanti, è opera di Cafaro Pignoloso di Cava dei Tirreni, attivo pure a Marsico Nuovo, ove eresse il
palazzo di don Francesco Santomango. Due altari marmorei laterali furono della famiglia Caracciolo e ne portano lo stemma gentilizio. Sull’altare maggiore è un dipinto su tavola, raffigurante la Deposizione e sui dieci altari laterali le statue dei santi. Fra le opere un pulpito ligneo del 1735, di Antonio la Sala di Potenza, con confessionale sottostante, ed un coro a 29 stalli alle spalle dell’altare maggiore.
Nelle vicinanze del Castello c’è la Chiesa Madre dell’Assunta, probabilmente risalente alla fine dell’Xl secolo, fortemente rimaneggiata a seguito dei terremoti del 1761 e 1857, quando furono aggiunti l’ampio sagrato e la cripta per la sepoltura del clero. Costruita fra l’XI ed il XII secolo, si presenta con linea sobria. L’interno si presenta diviso in tre navate (ma originariamente potrebbe essere stata una sola), con un prezioso altare maggiore bicromo con decori in oro. Nella navata sinistra è posto un secondo altare, del 1729, arricchito da un paliotto a motivi floreali. Di un certo interesse è il coro ligneo a 38 stalli, risalente al 1769, e la cantoria finemente lavorata e arricchita di un organo. Sul fonte battesimale – un’acquasantiera in pietra lastricata – troviamo scolpito lo stemma della famiglia Caracciolo. Mentre; la Cappella di S. Michele Arcangelo, detta dei Greci perché adibita al rito ortodosso, è ad unica navata, in pietra rettangolare, all’interno contiene un unico altare e un ciclo di bellissimi affreschi di difficile attribuzione. A monte dell’abitato è posta la Chiesa del SS. Crocifisso risalente, secondo la tradizione, al 1237, sebbene studi più recenti l’abbiano datata a non più di quattro secoli fa. Si tratta di un piccolo edificio anch’esso ad unica navata che conserva, al suo interno, alcuni affreschi del 1700. Di sicuro impatto per il visitatore è la sua posizione, su un’altura che domina l’intero corso del Melandro, in un’area circondata da boschi che si anima durante le celebrazioni del SS. Crocifisso. Luogo da cui, si può godere un panorama assai suggestivo.
Prodotti tipici – Enogastronomia
Brienza, non è solo arte, storia e cultura, si incontra interessante offerta enogastronomica, che con i suoi vini I.G.P Rosè Basilicata “R Osè” Tenuta Maschito, deciso e ben strutturato, con ottimo retrogusto di frutta ampliato dalla presenza di tannini nobili… I.G.P. Bianco Basilicata “B One” .., elegante e sorprendente…I.G.P Rosso Basilicata “R One”….. Aglianico del Vulture “Lucano”..Sapore morbido e deciso, con lunga persistenza…Aglianico Del Vulture Barricato “TOP”…Di grande equilibrio, sapore morbido e vellutato con retrogusto profondo, preciso ed elegante…Colore rubino intenso con spiccati riflessi granati. Profumo ampio e complesso, decisamente frutta…Grottino di Roccanova rosso bianco ma anche rosè. Brienza, oltre ai vini, offre una ricchissima produzione casearia e di insaccati; che vanno dal; Cacioricotta di Capra. Il cacioricotta è un formaggio tipico dell’Appennino Lucano, prodotto con latte intero di capra, …prodotto con latte di vacca termizzato, è un formaggio a pasta filata semicotta, salato in salamoia. Il Lucanino, il assume nella produzione locale caratteristiche organolettiche particolarmente proteiche. Il caciocavallo Silano DOP. L’origine del nome “caciocavallo” viene probabilmente dall’usanza, molto antica.
Dove mangiare
Dalla trattoria al ristorante classico: Brienza offre un’ampia l’offerta enogastronomica, mangiare nel segno della tradizione, un vero e proprio viaggio nel gusto. Arrivato a Satriano di Lucania, si incontra il ristorante “Sotto la Torre”, un luogo dove tradizione e innovazione si incontrano, considerato tra i migliori ristoranti del luogo, la cucina è affidata a Giuseppe Isoldi, se la cucina è una grande ispirazione, lui ne esalta la complessa semplicità; esce dalla cucina, lo fa per pochi, Giueppe è il rifiuto dell’omologazione, la sua è una cucina espressa ripercorrendo la storia e, l’identità del territorio, senza perdere di vista le altre idee che accomunano una nuova generazione di cuochi italiani . A fare da cornice alle sue opere d’arte , un’atmosfera elegante, dove si può scegliere tra menu degustazione o alla carta, e gustare i sapori della montagna in modo semplice e… sorprendente! Gli ingredienti di base sono stagionali e di ottima qualità, da non perdere i formaggi e il pane fatto in casa. Giuseppe, tuttavia, mi stupisce con una delicata tartare di tonno rosso con verdurine ghiacciate ed emulsione d’arancia di tursi e zenzero, per poi passare ad una deliziosa Capasanta e gamberi rossi su caprese liquida con puntarelle di cicoria e caviale mujjol, per poi sorprendermi con una tradizione Minestra di scarola con polpettine, lodevole l’uovo cotto a bassa temperatura su fonduta di formaggi lucani,
tartufo e asparagi selvatici. Una esplosione di colori e sapori, non mancano dolci locali dell’antica tradizione pasticciera Lucana. Sotto la Torre, un luogo dove è impossibile non fermarsi.
Dove dormire
Chi non sognerebbe di fare un viaggio solitario per il mondo liberamente senza vincoli di alcun genere? Ma se durante un viaggio incontraste anzi vi scontraste con un Castello risalente addirittura al IV secolo, un’antica fortezza di fabbricazione angioina, arroccata su di uno sperone di roccia sotto il quale scorre il torrente che con la sua “voce” intoni una dolce ninna nanna? Siete arrivati nel posto giusto……
E…, se state cercando un luogo unico dove trascorrere le vostre vacanze, oppure, volete organizzare un evento indimenticabile in una location di charme ed esclusiva; lo avete trovato, “La Voce del Fiume”, una meravigliosa offerta turistica de charme. Entrerete in contatto con gli aspetti più belli ed affascinanti della tradizione Lucana. Descrivere la bellezza di questa antica dimora, divenuta crocevia di cultura locale, serate tematiche, corsi di cucina, assaggi di pietanze e vini locali, un tripudio di saperi e sapori derivano dai laboratori che vengono organizzati periodicamente. La voce del Fiume , è stata scelta da; scrittori e artisti, giornalisti e personalità dello star system. Ricavato da un piccolo agglomerato di case montane, incastonate una sull’altra, è stato trasformato in un luogo di accoglienza, rispettando fedelmente l’antica struttura, le camere, sono state ricavate nella roccia che irrompe facendo da parete, antiche strutture basate sullo stile semplice della montagna Lucana. A colazione sono serviti: yogurt, dolci e marmellate della tradizione Lucana tramandati nel tempo. Il tutto fedelmente preparato con prodotti locali, così, come la preparazione delle marmellate, lo yogurt, la ciambella e torte, come venivano fatte anticamente.
L’aspetto più importante dell’accoglienza, è meticolosamente curato da Rocchina, la cura dei particolari che non sfuggono neppure all’occhio distratto del turista di passaggio. Ampia è l’offerta dedicata al tempo libero e, alle escursioni, è possibile praticare cicloturismo, visita al Borgo medioevale Brienza –Grumentum – lago del Pertusillo. Murales di Satriano- area verde Costara-Pierfaone- cantine/murales/arrampicata di Sant’Angelo le Fratte. Oasi naturalistica di Satriano di Lucania e Oasi di Pignola. Area archeologica di Vaglio di Basilicata e Parco della Grancia (Brindisi di Montagna). Le Dolomiti lucane: Castelmezzano e Pietrapertosa. Ponte Tibetano: Sasso di Castalda Santuario del Monte Crocifisso (Brienza) e Santuario Regionale della Madonna Nera di Viggiano. Si, vale la pena fermarsi e, soggiornare a Brienza, piccolo “gigante” culturale della Basilicata